Che mondo

Viaggiatori. Turisti. Persone che camminano. Parole fuori moda. Desuete. Il mondo oggi è delle superstrade, dei fuoristrada. Viviamo in un mondo dove è più facile andare a New York che ad Arischia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Che mondo!" Se dovessi attribuire un sinonimo a questa esclamazine sarebbe senz'altro "l'infinito" di un certo G. Leopardi, perchè attorno a questa mini frase ruota appunto l'infinito. Istantaneamente mi viene in mente il mitico Libero, e chi non se lo ricorda... Personaggio storico aquilano, verace e intramontabile, che insieme a Rizziero, altra "colonna" cittadina, hanno senza alcun dubbio riempito una paginetta del libro di questa città. Ricordo i tempi in cui, munita di dama, mazzo di carte e domino, mi recavo con il mio papà alla Villa Comunale per trascorrere qualche oretta di svago e divertimento, insieme alle giostrine meccaniche e trenino onnipresenti; ad allietare ulteriormente questo noto luogo trovavamo il caro signor Libero, baffetti canuti, sguardo scrutatore e simpatico ghigno, lo rendevano senz'altro una macchietta insieme al suo inconfondibile "Che mondo!", sospirato con l'immancabile alzata di spallucce e lo sguardo stralunato, in presenza di una bella donna. Mi sembra ancora di vederlo fare la spola tra piazza Duomo e lo chalet, intrattenendo cordialmente e folkloristicamente i passanti. Semplicemente eccezionale! Da quaggiù voglio dirgli: "Grazie Libero." *

Anonimo ha detto...

"Che mondo!" Se dovessi attribuire un sinonimo a questa esclamazine sarebbe senz'altro "l'infinito" di un certo G. Leopardi, perchè attorno a questa mini frase ruota appunto l'infinito. Istantaneamente mi viene in mente il mitico Libero, e chi non se lo ricorda... Personaggio storico aquilano, verace e intramontabile, che insieme a Rizziero, altra "colonna" cittadina, hanno senza alcun dubbio riempito una paginetta del libro di questa città. Ricordo i tempi in cui, munita di dama, mazzo di carte e domino, mi recavo con il mio papà alla Villa Comunale per trascorrere qualche oretta di svago e divertimento, insieme alle giostrine meccaniche e trenino onnipresenti; ad allietare ulteriormente questo noto luogo trovavamo il caro signor Libero, baffetti canuti, sguardo scrutatore e simpatico ghigno, lo rendevano senz'altro una macchietta insieme al suo inconfondibile "Che mondo!", sospirato con l'immancabile alzata di spallucce e lo sguardo stralunato, in presenza di una bella donna. Mi sembra ancora di vederlo fare la spola tra piazza Duomo e lo chalet, intrattenendo cordialmente e folkloristicamente i passanti. Semplicemente eccezionale! Da quaggiù voglio dirgli: "Grazie Libero." *